martedì 7 agosto 2012

Tvd 3x09 Homecoming (Ritorno a casa) About Humanity

Ecco il mio commento sull'episodio 3x09, uscito all'epoca della trasmissione USA su TVD Italia. Baci baci!

ABOUT HUMANITY
Più che altro sul rovesciamento delle certezze. Suppongo si possa dire che TVD sia ben recitato, anche se la mia opinione può non essere autorevole in assoluto, ma è che certe battute e certe espressioni mi provocano risate scroscianti e letteralmente... be'... applausi! Sotto lo sguardo attonito della mia famiglia.

Esaminiamo per primi i momenti secondari, diciamo così.
“Sono qui ad appendere festoni e ho le mani piene di lustrini. Se sono asservito a qualcuno, quella sei tu”. Il ragazzo non ha tutti i torti. E anche Caroline resta interdetta. Nell'importante dialogo nella loro ultima scena, dopo la “verbenizzazione” di lei, Tyler cerca di spiegare il suo punto di vista: per lui è meglio essere morto ed essere diventato un vampiro – un ibrido in effetti – perché non è più schiavo della dolorosissima trasformazione mensile (non dava un po' di soddisfazione a noi ragazze veder soffrire gli uomini per una volta, in “quei giorni” una volta al mese?) anche se questo lo rende asservito a Klaus. Caroline è interdetta, e giustamente, davanti a questo liquidare con tanta facilità l'importanza del libero arbitrio. About freedom ancora una volta. Il punto è se ci si possa fidare di una persona così, e questo della fiducia è l'altro leit motif della puntata. “Possiamo credere in Mikael?”, “Ci si può fidare di Rebekah, dato che Klaus è comunque suo fratello?”. “Ci possiamo fidare di Stefan?”, “Ti fidi di me?”, “Non ci si può fidare di me perché sono l'anello debole della catena, a causa della mia umanità”.

Il libero arbitrio nelle scelte è aiutato o no dalla nostra povera umanità affettiva?
Elena è da osservare con tanto d'occhi. A parte questo hobby di “infilza l'originario – disinfilza l'originario” stile interruttore (dovrebbe brevettarlo come un nuovo sport), adesso si pone il problema se la mancanza di emozioni, la freddezza nel prendere decisioni non sia più utile e opportuna nel portare avanti i diabolici piani che non fanno che escogitare tutti in questo diavolo di show. Che le sta succedendo? Preferirebbe perderla la sua umanità? Quella umanità che l'ha spinta a simpatizzare per Damon e a fraternizzare con lui quando proprio tutti lo odiavano? Tranne noi ovviamente.
Molto stile Katherine, dice Damon in una specie di complimento. Pugnalare alla schiena Rebekah dispiacendosene accoratamente: un nuovo stile senza dubbio.
Esaminiamo la situazione, che vuol dire umanità per ciascuno dei personaggi?
Cominciamo dal big bad (ma ormai The Vampire Diaries ci sta convincendo ad andare oltre queste categorie): Klaus.
  • Per Klaus “umanity” vuol dire portarsi dietro ovunque le bare con dentro la sua famiglia di originari, tutti debitamente pugnalati. Ci tiene assai il ragazzo. Strano modo, d'accordo, ma ci tiene. E tutto contento, morto Mikael, vuole dedicarsi allo sport di Elena: disinfilza l'originario. Li rivuole tutti, ora che il grande nemico è morto. Il grande disumano era proprio il padre in effetti, che aveva pugnalato i suoi figli per renderli invincibili in base al proprio progetto, infischiandosene della loro volontà. La sua ybris ha scatenato il male dei vampiri nel mondo. Voleva essere superiore, questo novello Lucifero. L'altro aspetto per cui si può considerare “umano” Klaus e che in ultimo si rivela essere la sua debolezza è il desiderio di avere un amico, ragione per cui restituisce la libertà di scelta a Stefan. Ahia! 
    Aveva ragione il padre? Che, disgraziato, menzionando la sua solitudine torce metaforicamente il pugnale nella ferita – sport nazionale – facendo piangere, dico PIANGERE, il nostro Klaus. Lo amiamo, lo so!
  • Per Rebekah “umanity” vuol dire amare e odiare il fratello; vuol dire giustamente incolpare il padre di aver distrutto la famiglia, “Klaus non era un assassino!” nessuno di loro era un assassino. L'amore e l'odio in parti uguali la rende inaffidabile agli occhi di Elena, la fa piangere (pure lei)... e ce la fa amare. E avanti! Non ditemi che l'amavate solo quando faceva la tosta! Perché si amano solo quelli tosti? Psicanalisi di gruppo??
  • Stefan. Sono d'accordo: è impagabile con quell'espressione solo leggermente sardonica, come se non volesse sprecarsi troppo nemmeno in quello. “Guardando i tuoi trascorsi ai balli scolastici direi che sono particolarmente tragici. Con la tua fortuna ti farai uccidere dalla reginetta del ballo” dice a Elena. Sacrosanta ironia. Questa mi pare anche una sana dose di autoironia da parte degli sceneggiatori che... Ma dai!! Quanti balli? E quante catastrofi durante le occasioni mondane di Mystic Falls? E nessuno si pone dubbi. Ogni tanto, qualcuno, ai consigli dei fondatori. Si sta sublimando l'arte delle convenzioni sceniche. Nelle tragedie greche se avevi una parrucca rossa, eri uno schiavo e se qualcuno portava per caso una lanterna, voleva dire che era notte. Qui: tragedia durante un'occasione mondana? Siamo a Mystic Falls.
Comunque Stefan salvando Klaus salva Damon, scopriamo alla fine. Riconosce, ora che è libero, che la sua umanità non può concedersi di recuperarla perché ne ha fatte veramente troppe. Molto umano. È in buone mani comunque alla fine.
  • Katherine, infatti, nel cinismo del suo sistema di vita che si potrebbe riassumere in “salvarmi il culo prima di tutto” è una professionista nel decidere quando far riaffiorare la sua umanità solo e proprio solo quando proprio le scappa: amare Stefan e, sì, anche Damon. In effetti era finalmente libera dalla persecuzione di Klaus, dopo cinquecento anni, e ora è pronta a ricominciare daccapo a vivere fuggendo, per loro. “I loved both of you”. Questa conferma da parte sua non vi ha emozionato? A me sì. L'umanità: la debolezza dei vampiri. Elena è speculare per contrasto. Nella sua umanità fa affiorare momenti di lucida e machiavellica razionalità. Forti 'ste Petrova.
  • Damon. E parliamo di lui, finalmente! Libero arbitrio e umanità: stiamo cercando di focalizzare questo. So bene che molti di voi preferiscono il Damon strafottente e bad guy, ma non potete negargli la palma della coerenza. Lo si voleva umano? Stefan ed Elena avevano voluto che ritrovasse la sua umanità? Be' lui lo fa. E secondo me non perché lo volevano loro e lui soffra di dipendenza, ma perché lui era veramente così. Da prima. Ora è libero, mentre protegge Elena, mentre pianifica per riavere il fratello. Nella scorsa puntata Elena gli ha chiarito la preminenza del rapporto fra lui e Stefan: in qualche modo il punto del “voglio Elena, voglio che Elena scelga me, quindi agisco” è stato messo in secondo piano. Potreste dire: “E c'era bisogno che glielo dicesse lei?” E sì! Sarà un vampiro centenario, ma è sempre solo un uomo e certe cose gli uomini non le capiscono finché non gliele dice una donna! Sorry, maschietti!
Ora che Stefan è volato via, non può accettarlo troppo facilmente e... ma vi rendete conto che in questa puntata a interrompere il momento-bacio non è stato Alaric, non è stato Stefan, non è stato nemmeno il logo della sigla, ma è stato Damon stesso? Andandosene? Adoro Julie Plec e soci. Questa volta non l'avevo ancora detto.

.  Punto finale. Dove siamo arrivati col Delena? “Ti fidi di me?” chiede Damon a Elena, con uno sguardo da “portatemi i sali che svengo” (questa sono io sul mio divano) e lei risponde “Sì” immediatamente. Si fida in modo assoluto. Vi devo fare un recap generale delle tre stagioni per ricordarvi quanto sia … incredibile? 
   A parte il fatto che praticamente convivono; nella camera da letto di Elena come nella magione dei Salvatore. Tutti insieme in bagno appassionatamente, anche se a fare granate di strozzalupo.
   E poi, alla fine Damon ha il suo momento da alcol buttato nel camino, a cui normalmente segue l'uccisione di qualcuno per sfogarsi un po', e lei invece lo prende per un braccio. 
    Ho adorato il fatto che lui si divincoli. Elena è decisa però: umanità o non umanità, ha le palle. Sta scegliendo (il libero arbitrio) di fidarsi di lui, gli prende il viso fra le mani e gli dà quello che tutte noi avremmo voluto dargli ogniqualvolta lui andava fuori di testa: “non sei solo, io sono qui, ce la faremo”. Noi. Sostanzialmente la parola chiave era “Noi”. C'è un noi. E dobbiamo lasciar andare Stefan. Per il bene suo, perché deve ritrovarsi senza costrizioni, nemmeno quelle dell'affetto, forse anche, ma forse per il bene nostro? Magari? L'imbarazzo di Elena quando deve lasciar andare il viso di Damon che deve rispondere alla chiamata di Katherine: eccheccavolo.
Umanità e libero arbitrio= scelte per amore. Katherine ha scelto, Stefan ha scelto, Elena sta scegliendo, Damon... è se stesso ed è triste perché è preoccupato per il fratello e ora che è più vicino a ciò che accetta di amare si scopre libero anche da quel primo impulso che lo ha spinto a infrangere il muro della disumanità: l'amore per Elena. Non che non la ami, ma è un uomo, non un burattino in balia delle emozioni.
E poi ci dovevano far dannare per questo maledetto bacio per tutta la pausa natalizia no?? Damned TVD!

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